Anche oggi risveglio con uno splendido sole.
Inoltre svegliarsi e poter guardare fuori dalla finestra quattro
lingue di ghiacciaio in riva al mare non capita tutti i giorni!
Giretto per la cittadina, qualche foto al porto e via. Oggi ci
aspettano i fiordi orientali. La strada è molto bella ed offre
interessanti scorci.
Prima sosta a Stafafell, una fattoria-ostello solitaria, sperduta
sotto le montagne, ed una splendida base da cui partire ad esplorare
il Lónsöræfi.
L’intera area è ricca di numerose e varie formazioni geologiche
tipiche, la cui datazione va dai 5-7 milioni di anni fa fino
all’ultima era glaciale. All’interno o nei pressi dell’area protetta
si possono trovare numerose formazioni vulcaniche e caldere. Sono
tutte costituite da rocce acide che ne caratterizzano la variabilità
dei colori e delle sfumature rendendo la zona unica nel suo genere.
Torniamo un poco indietro e prima del ponte che attraversa lo
Jökulsá í Lóni e imbocchiamo una strada sterrata che ci porta
proprio vallata di riolite detta Hvannagil sulla riva orientale del
fiume.
Le montagne hanno veramente degli splendidi colori. Peccato che un
fortissimo vento ci ha impedito di incamminarci per poter ammirarle
più da vicino. Il vento era talmente forte che a malapena siamo
riusciti ad aprire la portiera per scendere. Ci limitiamo quindi a
fare qualche scatto dalla macchina. Adri oggi non sta per nulla
bene.
Pranzo veloce a Djúpivogur, una graziosa cittadina alla fine di un
fiordo.
Per accorciare un po’ la strada decidiamo di non proseguire lungo i
vari fiordi ma prendere la 939. Strada sterrata fattibile con un
fuoristrada. Qui il tempo cambia repentinamente e ci troviamo in
mezzo alle nuvole, e intorno a noi è tutto ancora innevato.
Ripresa la n.1 giriamo per la 931 per andare a vedere la terza
cascata d’Islanda per altezza ( 110 m ): Hengifoss.
Dal parcheggio, saliamo i gradini e seguiamo il sentiero lungo la
riva sinistra del fiume... Visto le condizioni meteo io decido di
tornare indietro mentre Adri prova a salire ancora un pi verso le
cascate. Ma si ferma a circa metà salita dove si ha una bella vista
della gola e si possono vedere le Lítlanesfoss, che sono circondate
da colonne di basalto nero e marrone-grigio.
Poi anche lui abbandona l’idea di arrivare fino alle Hengifoss. Dal
parcheggio alla cascata ci sono 270 m di dislivello.
Lasciati i bagagli in albergo ad Egilsstaðir, ci dirigiamo verso
Seydisfjorour.. Superiamo il passo in mezzo alla nebbia ed ecco
aprirsi la vallata davanti a noi con il fiordo in lontananza
illuminato dal sole! A scendere la strada segue il fiume Fjarðará,
costellato di cascate.
La
cittadina è carina, costellata da tante casette colorate. La
stanchezza e la probabile febbre di Adri hanno la meglio e quindi
dopo due passi nel paesino rientriamo in albergo in mezzo a nebbia e
umidità.
Anche qui troviamo comunque una camera ampia e ben confortevole.
Credo che essendo andati in bassa stagione ci abbiano sempre dato le
camere migliori dell’albergo!
(By Francy)